Quaderni della Fondazione Forense Bolognese n. 8.
Il volume raccoglie gli atti di cinque Seminari svoltisi a Bologna e a Rimini dal 2008 al 2010, organizzati dall’Avv. Matteo Murgo in collaborazione con l’Alma Mater Studiorum, facoltà di Giurisprudenza di Bologna, l’Ufficio del referente per la formazione decentrata magistratura ordinaria Corte di Appello di Bologna, con la partecipazione di Illustri Relatori, protagonisti indiscussi della cultura giudiziaria bolognese e con l’accreditamento del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna e Rimini.
Le tematiche, per lo più involgenti la materia delle misure cautelari personali, sono state affrontate sottolineando gli aspetti problematici e i profili di criticità, anche sistematica, lasciando al tempo stesso le questioni aperte ed eventualmente solo abbozzando un ventaglio di possibili soluzioni alternative. L’obiettivo ultimo che si è inteso perseguire è quello di stimolare un dibattito, un confronto di idee, una riflessione volta ad esaminare ed approfondire compiutamente la materia da più punti di vista. Stimolare, in particolare, un raccordo sinergico ed osmotico fra mondi diversi e pervasivi, quello dell’Accademia, dell’Avvocatura e della Magistratura, allo scopo di raggiungere un livello formazione che sia il risultato di scambievole compenetrazione di idee, opinioni ed esperienze.
Il quaderno della Fondazione Forense Bolognese è stato presentato in due occasioni cui il pubblico interessato ha avuto modo di partecipare:
– il giorno 7 aprile 2011 dalle ore 15 alle ore 19 presso la Fondazione Forense Bolognese sita a Bologna alla Via Marsili n. 8, il Consigliere dell’Ordine di Bologna, Direttore della Fondazione Forense Bolognese, Avv. Sandro Callegaro ed il Presidente dell’Ordine di Bologna, Avv. Lucio Strazziari hanno presentato il ‘Quaderno’ alla presenza dei relatori, Dott. Alberto Albiani, Presidente del Tribunale della Libertà di Bologna, Avv. Gabriele Bordoni, Avv. Matteo Murgo;
– il giorno 14 aprile 2011 alle ore 17 la pubblicazione del ‘Quaderno’ avente ad oggetto i Seminari di riflessione giuridica è stata presentata presso la libreria ‘la Feltrinelli’ di Bologna in piazza Ravegnana n. 1 dal Professore associato di Diritto Processuale Penale presso l’Università degli Studi di Ferrara, Dott. Daniele Negri, dal Presidente del Tribunale della Libertà di Bologna, Dott. Alberto Albiani e dall’Avv. Matteo Murgo con l’intervento del Consigliere dell’Ordine di Bologna, Direttore della Fondazione Forense Bolognese, Avv. Sandro Callegaro e del Presidente dell’Ordine di Bologna, Avv. Lucio Strazziari.
In particolare, l’osservatorio cautelare di cui si sono occupati i seminari ha riguardato numerose materie, tra cui:
La vexata quaestio dell’utilizzo delle apparecchiature esterne ai locali della procura e profili di inutilizzabilità dei risultati delle intercettazioni telefoniche.
Bologna 12 Dicembre 2008, Facoltà di Giurisprudenza Complesso Aule di Via Belmeloro (evento formativo accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna nella adunanza del 24/11/2008 rif. Prot. N. 6043/mp/2008).
Nel corso del Seminario è stata affrontata la vexata quaestio delle deroghe all’utilizzo di impianti interni alla Procura della Repubblica, ed in particolare la tecnica della c.d. “remotizzazione” dell’ascolto delle conversazioni intercettate.
Quella della inutilizzabilità delle intercettazioni compiute con impianti esterni alla Procura della Repubblica per difetto nell’autorizzazione da parte del P.M. (in violazione dell’art. 268, comma III, c.p.p.) ha costituito una vera e propria odissea giurisprudenziale, culminata con l’arresto a Sezioni Unite 23/09/2008 (imp. Carli).
Sulla questione degli impianti, infatti, venivano sottoposti agli interpreti 6 interventi delle Sezioni Unite (Cass., sez. Un. 21/06/2000, n. 17 Primavera ed altri; Cass., sez. Un. 31/10/2001, n. 42792, Policastro ed altri; Cass., sez. Un. 26/11/2003, n. 919, Gatto; Cass., sez. Un. 29/11/2005, n. 2737/2006, Campennì; Cass., sez. Un. 12/07/2007, n. 30347, A. ed altri; Cass. Sez. Un. 26706/2008, n. 36359, C. ed altri), e addirittura 8 della Corte Costituzionale (C. Cost., n. 443 del 2004, C. Cost., n. 275 del 2004; C. Cost., n. 209 del 2004; C. Cost., 472 del 2002; C. Cost., 135/2002; C. Cost., 259/2001; C. Cost., 304 del 2000).
L’esigenza percepita in ambito esegetico, lungi dal costituire il frutto di un esacerbato fiscalismo teoretico, è parsa dunque sintomatica di un intenso bisogno di chiarezza in subiecta materia, con evidente disagio degli operatori del diritto.
Durante la sessione dei lavori, si è registrato l’intervento del Vice Presidente della Camera dei Deputati, l’On. Antonio Leone, teso ad esplicare il DDL in tema di intercettazioni telefoniche e ambientali e di pubblicità degli atti di indagine, al tempo, in discussione presso la commissione Giustizia della Camera dei Deputati (C. 406 Contento – C. 1415 Governo – C. 1510 Tenaglia XVI Legislatura in materia di esecuzione delle intercettazioni in attuazione delle previsioni di cui ai commi 82 e 83 dell’art. 2 della legge finanziaria 2008 con particolare riferimento agli istituendi “centri di intercettazione telefonica” delle operazioni di registrazione, alla ridisegnata competenza del Tribunale collegiale provinciale in ordine all’autorizzazione delle intercettazioni.
Vieppiù, nel corso del seminario, si è avuto modo di apprezzare l’intervento conclusivo dell’Ing. Roberto Raffaeli, Amministratore unico della società RCS spa, specializzata nelle tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali. Al centro della trattazione, la soluzione adottata dalla RCS attraverso il sistema di remotizzazione dell’ascolto denominato MITO, attraverso la tecnica di trasferimento dei dati dal server della Procura alle sedi remote, in conformità alla disciplina legislativa vigente.
Il principio di proporzionalità e la ragionevole durata delle misure cautelari personali nel rapporto aritmetico fra durata del presofferto cautelare e della pena espianda.
Bologna 14 Maggio 2009, Facoltà di Giurisprudenza Aula Grande di Palazzo Malvezzi – Campeggi (evento formativo accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna nella adunanza del 20/04/2009 rif. Prot. N. 2365/mp/2009).
L’argomento trattato si pone al centro di una fervida disputa Giurisprudenziale che vede contrapporsi da un lato, il Tribunale delle Libertà di Bologna, precursore di un orientamento esegetico tendente a valorizzare il canone di proporzione anche sotto lo specifico profilo del rapporto aritmetico tra presofferto cautelare e pena espianda in linea con le previsioni normative di cui agli artt. 300 comma IV, 304 comma VI, 303 c.p.p.. E dall’altro la Procura Generale della Repubblica di Bologna orientata a ripudiare il mero criterio aritmetico della corrispondenza della durata dell’applicazione della misura ai due terzi della condanna inflitta.
In relazione a tale contrasto, le Sezioni Unite del Supremo Consesso sono state investite per ben tre volte al fine di dirimere la sottesa questione, tant’è che:
– in primo luogo, nel procedimento n. 8550/08 R.G.C. Cass., con ordinanza dalla V Sezione della Corte nomofilattica, emessa il 24/4/2008 e depositata il 4/9/2008, gli atti erano stati restituiti alla Sezione rimettente, essendo apparsa pregiudiziale la questione attinente alla legittimazione della parte ricorrente a proporre ricorso per cassazione;
– successivamente, all’udienza del 10/10/2008, la VI Sezione della Corte di Cassazione, in relazione a molteplici ricorsi promossi dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello avverso ordinanze del Tribunale della Libertà assunte in subiecta materia, aveva nuovamente rimesso gli atti alle Sezioni Unite, ma, anche in questo caso, gli atti venivano restituiti alla Sezione rimettente per la riconsiderazione della questione sollevata, alla luce della intervenuta definitività della sentenza emessa nel procedimento nel quale si innestava l’incidentale vicenda cautelare;
– da ultimo, all’udienza dell’1/4/2009, con provvedimento poi depositato il 15/4/2009, ancora la VI Sezione della Corte di legittimità, nel procedimento 2950/09 R.G.C. Cassaz., aveva per la terza volta investito della questione le Sezioni Unite, dovendosi tuttavia ancora registrare il divisamento espresso ab initio per le stesse ragioni che si erano venute esplicitando, lasciando dunque insoluta la questione.
Correlata al tema della proporzionalità l’ipotesi di legittimazione o meno in capo al Procuratore Generale presso la Corte Appello a ricorrere per Cassazione contro i provvedimenti emessi dal Tribunale delle Libertà, alla luce dei frequenti precedenti giurisprudenziali.
Lungi dall’essere inedita, la questione interpretativa de quo assumeva una incidenza concreta addirittura massiccia, pregiudiziale e dunque potenzialmente dirimente in seno ad una disputa tutta bolognese, la quale poneva dubbi di razionalità dell’art. 311 c.p.p. circa la legittimazione attribuita al p.m. richiedente la misura e non anche al p.m. che esercita le funzioni d’accusa in seno al procedimento principale.
La struttura della motivazione nei provvedimenti giudiziari limitativi della libertà personale nella prospettiva del giusto e rapido processo.
Bologna 18 Dicembre 2009, Facoltà di Giurisprudenza Complesso Aule di Via Belmeloro (evento formativo accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna nella adunanza del 09/11/2009 rif. Prot. N. 6002/mp/2009).
Il complesso problema di coordinamento tra esigenze legate all’accertamento dei fatti penalmente rilevanti e tutela dei valori della libertà della persona porta l’interprete a confrontarsi direttamente con le direttrici fondamentali iscritte nella Costituzione; direttrici che costituiscono il nucleo dal quale partire per giustificare il sistema delle misure restrittive della libertà personale ante iudicatum.
Il problema della giustificazione delle limitazioni della libertà personale è da sempre avvertito come centrale nelle riflessioni della scienza processulpenalistica. Da ciò, la particolare attenzione rivolta dagli operatori del diritto in ordine alle caratteristiche contenutistiche e strutturali della motivazione dei provvedimenti limitativi della libertà personale, onde commisurare congruità e coerenza del paradigma normativo alle scelte di fondo sottese agli articoli 13 e 111 della Costituzione.
Il seminario in oggetto si è dunque proposto di ripercorrere brevemente l’evoluzione della disciplina concernente la motivazione dei provvedimenti de libertate, analizzando i più significativi modelli argomentativi impiegati dalla giurisprudenza in materia: dalla motivazione per relationem alla motivazione implicita, sino al ruolo ricoperto dalla richiesta cautelare avanzata dal pubblico ministero nel discorso giustificativo atto a sorreggere l’ordinanza emanata ai sensi dell’art. 292 c.p.p., per arrivare ai poteri ‘integrativi’ del tribunale del riesame al cospetto di una ordinanza mal motivata, onde comprendere fino a che punto il giudice dell’impugnazione cautelare può emendare difetti e deficit cognitivi del provvedimento del giudice che per primo si è pronunciato in materia.
Ordinamento interno, ordinamento sovranazionale e tutela dei diritti fondamentali della persona.
Bologna 14 Giugno 2010, Facoltà di Giurisprudenza Complesso Aule di Via Belmeloro (evento formativo accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna nella adunanza del 03/05/2010 rif. Prot. N. 2726/mp/2010).
La privazione della libertà ante judicatum è un problema da sempre avvertito nei modelli culturali europei, anche se l’indagine volta a reperire basi comuni sulle quali innestare le ‘condizioni minime transnazionali’ rappresenta un’esigenza piuttosto recente ed ancora in evoluzione.
Nella prospettiva di realizzazione di uno ‘spazio comune’ di giustizia processuale penale ‘europea’, è stata avviata, in forma crescente dal 2007, una specifica riflessione sul crescente grado d’integrazione tra gli ordinamenti implicata dalla dimensione europea e dalla dimensione globale. Tanto più importante diviene proseguire quella riflessione, per stimolare tutti i magistrati a sentirsi pienamente giudici dell’Unione europea e ad operare come attivi co-protagonisti della costruzione di un nuovo ordinamento, fondato sulla Carta dei diritti fondamentali, e per sollecitare i giudici di legittimità a interpretare con maggiore consapevolezza il dialogo tra le Corti.
Tribunale della Libertà e libertà personale.
In data 3 dicembre 2010 presso l’Aula Absidale di Santa Lucia dell’Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Giurisprudenza, si è tenuto l’incontro formativo, primo nel suo genere, interamente dedicato alla materia cautelare con una formula organizzativa innovativa fondata sul confronto tra Presidenti dei Tribunali del Riesame provenienti da diverse aree geografiche del territorio nazionale.
La materia dei mezzi di impugnazione avverso i provvedimenti cautelari penali e più in genere delle misure cautelari personali e reali, pur avendo ricevuto nell’ambito del codice di rito Vassalli una disciplina certamente più organica e dettagliata di quanto non fosse in precedenza, si caratterizza tuttavia per una particolare incidenza e pregnanza degli interventi giurisprudenziali e per le frequenti modifiche legislative, direttamente o indirettamente incidenti sul rito e sulle misure cautelari. Nella pratica applicazione delle norme inerenti alle procedure di reazione ai provvedimenti cautelari e nell’esercizio dell’attività difensiva o d’accusa risulta dunque indispensabile la conoscenza di tale complesso materiale e, in particolare, del panorama delle pronunce giurisprudenziali, caratterizzate sovente da mancanza di uniformità dei principi di diritto affermati e da periodiche oscillazioni nel tempo.
Riteniamo, pertanto, che l’analisi e l’organizzazione sistematica di tale articolata materia possa costituire un valido aiuto per l’operatore del diritto, costretto a confrontarsi con una disciplina in gran parte non scritta, nell’ambizioso tentativo di offrire una lettura che riconduca a coerenza posizioni anche contrastanti, in modo da fornire un’autonoma chiave interpretativa per l’orientamento del singolo operatore e da tracciare un possibile percorso di sviluppo futuro degli assetti giurisprudenziali.
A tal fine, sono state individuate specifiche questioni di ricorrente interesse operativo, “dalla richiesta del provvedimento coercitivo alle valutazioni del Tribunale distrettuale”, in ordine alle quali si registrano significative oscillazioni e contrasti nei differenti ambiti territoriali nazionali.
Il presente seminario di riflessione giuridica, dal “taglio” squisitamente pratico (coerentemente con il profilo professionale dei singoli relatori specializzati nel settore delle misure cautelari personali), attraverso il confronto di idee ed esperienze diverse, intende “fare il punto” sullo stato della giurisprudenza e della dottrina ed offrire nello stesso tempo agli operatori un quadro informativo attento al diritto vivente.